mercoledì 3 febbraio 2010

Tag: Getting to know you/7 random things about you

Sono stata taggata dalla splendida Anna@italianbeautyblog.blogspot.com per il Getting to know you/ 7 random things about you - grazie Anna! ;)

1. Che mi piaccia leggere, è abbastanza evidente. Quello che molti non sanno è che attualmente sono prevalentemente una lettrice pendolare: leggo sul treno lungo il tragitto casa-lavoro, un’ora all’andata, una al ritorno. A questo proposito, proporrei anche sulle nostre linee ferroviarie la ‘carrozza del silenzio’ che già esiste sulle linee svizzere. A volte concentrarsi nella lettura con qualcuno che ti parla al cellulare di fianco o che conduce una rumorosa conversazione attorno a te è davvero difficile!
2. Se mi chiedessero qual è il mio libro preferito, risponderei Oceano Mare di Baricco. Le ragioni sono affettive e del tutto personali: è un libro che mi ricorda un periodo della mia vita, che non era felice, ma nel quale avevo davanti a me tante strade diverse, ciscuna dipendente da una scelta e da un’opportunità, e cercavo di capire quale fosse la mia e quale Sara sarei diventata. Oceano Mare è anche il libro che rileggo quando sto attraversando un momento difficile e devo prendere una decisione importante. Per me Oceano Mare rappresenta il libro della consapevolezza e della crescita personale.
3. Ho una passione per il personaggio di Ulisse in quanto eroe della conoscenza, della parola, della logica, dell’arguzia e mi piace leggere saggi, romanzi e poesie che lo vedono protagonista: oltre ad Iliade ed Odissea, penso al XXVI canto dell’Inferno de La Divina Commedia, al saggio Itaca di Eva Cantarella, alla poesia Itaca di Kostantinos Kavafis, al romanzo Itaca per Sempre di Luigi Malerba. Apprezzo infatti le persone curiose, che hanno sete di sapere, che hanno voglia di imparare e accettano umilmente l’idea che non si è mai troppo colti, che c’è sempre qualcosa da scoprire e che chiunque può insegnarci qualcosa di nuovo, sempre. Il sapere è lo strumento a disposizione di tutti in grado di rendere l’uomo veramente libero e in grado di difendersi da chi intende ingannarlo in qualsiasi ambito. Chi desidera tenere le persone nell’ignoranza (penso a chi ha ostacolato e ostacola il progresso della scienza, ad esempio, e a certi regimi totalitari che perseguitano i liberi intellettuali) agisce con il secondo fine di conservare il proprio potere sulle masse. La conoscenza libera. La parola è il potentissimo strumento del sapere attraverso cui apprendiamo e con il quale divulghiamo conoscenza.
4. Ho una passione per la città di New York. Anche se riconosco che le città europee la superano di gran lunga dal punto di vista storico-artistico, NY è una città di cui ho sempre subito il fascino. Se ci riflettete, anche chi non l’ha mai visitata ha un’idea di come sia NY, sia da un punto di vista architettonico, sia per i suoi punti di interesse, soprattutto grazie ai film che vi sono stati ambientati. Personalmente adoro la NY dei film di Woody Allen, di Sex and the City e di Colazione da Tiffany! La sensazione che ho avuto visitando NY la prima volta è stata simile ad un deja-vu. Proprio perchè l’avevo vista tante volte in televisione, ho avuto l’impressione di esserci già stata e di muovermi tra le sue streets ed avenues come in un sogno. Per altre città invece mi è successo l’esatto contrario: solo dopo averle visitate le riconoscevo sullo schermo. Potere di Hollywood!
5. Mi piace dedicarmi al giardinaggio. Purtroppo,vivendo in città, non ho un giardino come quello dei miei genitori, ma due ampi terrazzi, che amo vedere e mantenere rigogliosi, decorandoli con cassette e vasi. L’autunno scorso ho comprato anche una piccola serra per riparare le piante più delicate dai rigori dell’inverno. Può sembrare eccessivo, ma talvolta soffro al pensiero che se ne stiano là fuori con la neve o il vento e possano morire a causa delle gelate tipiche di questa stagione. In autunno ho messo a dimora alcuni bulbi di muscari; sto aspettando che il gelo attenui la sua morsa per godere finalmente del loro bel colore tra il blu ed il violetto. Sarebbe l’ennesima rivincita su chi mi faceva totalmente priva di pollice verde!
6. Sono una fan della soap Beautiful! La seguo da quando ha iniziato ad essere trasmessa in Italia a periodi alterni e compatibilmente con gli orari di scuola prima e di lavoro poi. E' bello ritrovare dopo tanti anni e migliaia di puntate gli stessi attori, cresciuti o invecchiati. E' un po' come andare a trovare dei vecchi amici. Finchè mi è stato possibile registravo le puntate con MySky e le guardavo la sera, una volta tornata dal lavoro. Ma da quando Mediaset ha iniziato a trasmettere Beautiful sul digitale terrestre, la registrazione non è più fattibile. :( Ora mi accontento di vedere qualche puntata ogni tanto, quando mi capita di essere a casa in ferie o malata, tanto più che tra una puntata e l'altra di solito non accadono grosse novità e approfittando del fatto che spesso i dialoghi sono volutamente ridondanti proprio per permettere agli ascoltatori di riprendere il filo del discorso.
7. A 33 anni ho ancora paura del buio. Fino ai 25 anni circa ho dormito con la luce del corridoio accesa e la porta della camera da letto socchiusa in modo che filtrasse un poco di luce a illuminare la stanza. Ora che sono sposata, il drago della fortuna ed io dormiamo al buio ma confesso che, quando è stato all'estero per lavoro, la prima notte mi sono addormentata con la luce accesa... la sera avevo avuto la splendida idea di guardare in televisione qualcosa di inquietante. Per fortuna dall'estate scorsa dal mio comodino mi protegge Lumpy, una renna di pelouche in maglioncino di lana rossa con la bandiera della Finlandia sul petto. Nonostante l'aspetto sia tutt'altro che minaccioso, mi è stato regalato in funzione di scacciamostri (grazie Fra!)

Sono davvero felice di aver vinto la mia naturale resistenza a parlare di me con questo tag. Per natura sono una persona molto riservata e la mia insicurezza mi porta a evitare di portare l'attenzione delle persone su di me, non perchè temo il giudizio altrui, ma perchè penso di non essere abbastanza interessante.

A questo punto giro il tag a:
fra@orcuslair.spaces.live.com
chiara@josteingaarder.netsons.org

Baci!

Il Dottor Živàgo - Borìs Leonidovič Pasternàk

'Oh, che amore era stato il loro, libero, straordinario, a nulla somigliante! Pensavano, come altri cantano: non si erano amati perchè era inevitabile, non erano stati «bruciati dalla passione», come si suol dire. Si erano amati, perchè così voleva quel che li circondava: la terra sotto di loro, il cielo sopra le loro teste, le nuvole e gli alberi. Il loro amore piaceva a ogni cosa intorno, forse anche più che a loro stessi. [...] Questo, questo era stato ciò che li aveva avvicinati e uniti! Mai, mai, nemmeno nei momenti di più sovrana immemore felicità li aveva abbandonati quanto vi è di più alto e di appassionante: il godimento dinnanzi all’armonia dell’universo, il senso del rapporto tra loro e tutto il suo quadro, la sensazione di appartenere alla bellezza dell’intero spettacolo, a tutto il cosmo.’


Complici un clima gelido e un periodo di riposo forzato, in questi giorni mi sto dedicando alla lettura de Il Dottor Živàgo, il celeberrimo romanzo che valse al suo autore, Borìs Leonidovič Pasternàk, poeta e scrittore russo, l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura nel 1958. La vita di Pasternàk e la vicenda del mancato ritiro del Nobel risentono del clima di persecuzioni intellettuali del regime comunista sotto cui visse lo scrittore. Pasternàk, figlio di un pittore e di una pianista, crebbe in un ambiente intellettualmente stimolante e conobbe personalmente Tolstoj. Dopo aver studiato filosofia, si dedicò all’attività di poeta. Le sue poesie, influenzate dal simbolismo e dal futurismo ed improduttive dal punto di vista della propaganda politica, non lo misero in buona luce presso le autorità. Per salvaguardare la propria libertà di espressione, Pasternàk si isolò nella dacia di Peredelkino presso Mosca, dove visse in disparte dal 1930 al 1960, anno della sua morte. Durante questo lungo periodo di isolamento cui volontariamente si costrinse, Pasternàk volle cimentarsi nella stesura di un romanzo: Il Dottor Živàgo sarà il suo primo e unico. Il romanzo, poichè raccontava con dovizia di particolari la Rivoluzione d’Ottobre, fu rifiutato dall’Unione degli Scrittori e bandito dal governo. Legalmente pubblicato in Russia solo nel 1988, nel 1957 il manoscritto superò i confini della madrepatria e fu pubblicato non senza difficoltà in Italia nel novembre del 1957, divenendo una testimonianza della realtà sovietica di quegli anni e conoscendo un grande successo mondiale. L’anno seguente Il Dottor Živàgo vinse il premio Nobel, creando un caso diplomatico in cui furono coinvolti perfino i servizi segreti. Per vincere il premio Nobel, infatti, un’opera deve essere stata pubblicata nella madrelingua dell’autore, cosa che per Il Dottor Živàgo non si era verificata. La Cia e l’intelligence britannica all’ultimo momento riuscirono ad intercettare un manoscritto illegale scritto in russo e a farlo pubblicare in tempo per l’assegnazione del Nobel. Pasternàk si ritrovò tuttavia costretto a non ritirare il premio poichè il KGB lo aveva minacciato di espropriargli anche le ultime poverissime proprietà e di espellerlo dalla Russia. Dopo l’assegnazione del Nobel, Pasternak visse altri due anni nella dacia di Peredlkino, comunque perseguitato dalle autorità e senza la fama ed i riconoscimenti che avrebbe ricevuto all’estero e il benessere economico che ne sarebbe conseguito. Il Nobel fu ritirato dal figlio di Borìs 31 anni dopo la sua assegnazione e 29 anni dopo la morte di Pasternàk. Nel 1965 uscì nelle sale cinematografiche il film omonimo tratto dal romanzo. Il film Il Dottor Živàgo, diretto da David Lean, con Omar Sharif nei panni di Jurij Andrèevič Živàgo e Julie Christie in quelli di Larissa Fëdorovna Antipova, vinse 5 Oscar (fotografia, musica – famosissimo Il tema di Lara -, scene, costumi e sceneggiatura) e fu un grande sucesso di pubblico.
Il romanzo racconta le vite di Jurij Andrèevič Živàgo e di Larisa Fëdorovna (Lara) Guichard Antipov. La vicenda di Jurij Andrèevič ha inizio con la morte della madre quand’egli era solo un bambino, passando poi per la fanciullezza in casa Gromeko, gli studi di medicina, il matrimonio con Antonina Aleksàndrovna (Tonja) Gromeko fino al fatidico incontro con Larisa Fëdorovna, quando Jurij Andrèevič viene ricoverato in ospedale sugli Urali a causa delle ferite riportate durante un attacco al villaggio dove lavorava come medico. Larisa Fëdorovna vive una sofferta relazione con Viktor Ippolìtovič Komarovskij, avvocato e amante della madre, quello stesso che spinse il padre di Jurij Andrèevič a suicidarsi, facendolo bere, imbrogliando i suoi affari e portandolo alla bancarotta. Larisa Fëdorovna, a causa dei sensi di colpa, tenta di sparare a Komarovskij e viene salvata dal carcere dal suo spasimante, Pavel Pàvlovič (Pasa) Antipov, che la sposa. Quando Pavel Pàvlovič, insoddisfatto professore di latino e storia al ginnasio, decide di dare una svolta alla sua vita, lasciando tutto e arruolandosi per la guerra alla volta della Siberia, Larisa Fëdorovna, affidata la figlia Katja ad una conoscente e preso congedo dal ginnasio presso il quale ella insegnava, si aggrega come crocerossina a un treno sanitario diretto al confine con l’Ungheria, dove spera di ritrovare il marito di cui non ha più notizie. Da crocerossina incontra Jurij Andrèevič ricoverato in ospedale e col tempo, credendo morto il marito, i due comprendono i sentimenti che provano l’un l’altra. Larisa Fëdorovna e il dottore sono tuttavia costretti a separarsi dallo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre. Larisa Fëdorovna torna a casa a Jurjatin, in Siberia, pur senza aver ritrovato il marito. Jurij Andrèevič, tornato a Mosca da Antonina, dal figlio Saša e dal suocero Aleksàndr Aleksàndrovič, vive di stenti a causa delle requisizioni e del razionamento. Nella speranza di trovare migliori condizioni di vita e di vivere dei prodotti dell’orto, il dottor Živàgo e la famiglia lasciano Mosca e partono per i lontani Urali, alla volta dell’antica tenuta di Varykino, nei pressi di Jurjatin. Il viaggio è lunghissimo e molto sofferto, anche perchè il treno è spesso costretto a fermarsi, per la neve che blocca i binari e che va spalata, perchè il macchinista si rifiuta di proseguire per timore di imboscate, a causa delle frequenti ispezioni a opera dei reparti di protezione, i controlli dei bagagli, le verifiche dei documenti; il percorso si snoda attraverso i luoghi delle repressioni e delle devastazioni del leggendario rivoluzionario rosso Strèl’nikov. Quando il treno sosta nella stazione di Razvil’e, Jurij Andrèevič, che a causa del caldo soffocante e della nebbia estiva era sceso a prendere un po’ d’aria, viene fermato da due sentinelle rosse che, scambiatolo per un altro, lo portano al cospetto di Strèl’nikov. Chiarito l’equivoco, Jurij viene rilasciato e, raggiunta la famiglia, può riprendere il viaggio che ormai volge al termine: in breve raggiungono Varykino e vi si stabiliscono. I mesi passano, Antonina rimane incinta del secondo figlio. Un giorno Jurij Andrèevič rivede Larisa Fëdorovna nella biblioteca comunale. Quando finalmente si decide ad avvicinarla, Larisa Fëdorovna ha già lasciato l’edificio ma Jurij Andrèevič trova frai libri che ella stava consultando il suo indirizzo e si reca a casa sua per parlarle. I due si rivedono e Larisa Fëdorovna spiega a Jurij Andrèevič che Strèl’nikov è in realtà suo marito Pavel Pàvlovič, che, disertato l’esercito, è passato dalla parte dei rivoluzionari. La storia d’amore tra il dottore e Larisa Fëdorovna viene vissuta di nascosto da Antonina. Ma Jurij, che già si sentiva colpevole verso la moglie incinta, si presuade a lasciare Larisa Fëdorovna. Lungo la strada, Jurij Andrèevič viene fermato con la forza e fatto prigioniero dall truppe partigiane capeggiate da Liverij Avèrkievič, da cui cerca inutilmente di fuggire per tre volte. I partigiani sono sempre in movimento, ora per un’azione offensiva contro i bianchi, ora per una ritirata, ed il dottore si sposta con loro svolgendo la sua attività di medico. In questo periodo vive una vita di stenti che mettono a dura prova la sua salute e iniziano a manifestarsi i primi problemi cardiaci. Solo due anni dopo il dottore riesce a fuggire dai rossi e Živàgo si reca direttamente a casa di Larisa Fëdorovna. Da una sarta conferma i suoi sospetti, cioè che la famiglia Gromeko ha fatto ritorno a Mosca. Due o tre mesi dopo, una lettera della moglie Tonja informa Jurij Andrèevič che tutti i membri della famiglia Gromeko sono stati espulsi dalla Russia e che Tonja, il suocero e i due bambini si stanno apprestando a partire per Parigi. Il dottor Živàgo e Larisa Fëdorovna, lui disertore e ricercato dai rossi e lei complice e rimasta priva della protezione del marito Pavel, creduto defunto, vengono raggiunti da Komarovskij, il quale propone loro di partire con lui alla volta di Vladivostóck. Larisa Fëdorovna, la figlia Katja e Jurij Andrèevič , sapendo di avere i giorni contati, fanno ritorno a Varykino per prendere congedo dalla vita che sognavano di vivere. Komarovskij li raggiunge anche lì. Alla notizia che Pavel – Strèl’nikov è stato fucilato, Jurij Andrèevič si persuade che Larisa Fëdorovna e Katja sono in pericolo e che la loro partenza da Varykino sia necessaria e ormai inevitabile. Poichè Larisa Fëdorovna non acconsentirebbe mai a partire senza Jurij Andrèevič, il dottore finge, in accordo con Komarovskij, di voler raggiungere lei e la figlia a Vladivostòk in un secondo momento. Živàgo invece rimane a Varykino, preda del dolore per la separazione dall’amata, dove sopraggiunge Pavel – Strèl’nikov , troppo tardi per rivedere la moglie e la figlia. Egli racconta a Živàgo la sua storia, prima di suicidarsi. Il dottor Živàgo fa ritorno a Mosca dove ritrova Marina, figlia dei domestici dei Gromeko. Jurij Andrèevič va a vivere con lei e da lei ha due figli. Incontrato il fratellastro Evgràf Živàgo, Jurij Andrèevič abbandona Marina, le figlie e le amicizie, torna a lavorare e a scrivere poesie, prima di morire per un attacco cardiaco. Larisa Fëdorovna, che per caso si trova a Mosca, partecipa al funerale di Jurij Andrèevič e scopre da Evgràf che il dottore e suo marito si erano incontrati dopo la sua partenza per Vladivostóck e del suicidio del marito. Al funerale, Larisa Fëdorovna incarica Evgràf di cercare una bambina, che scopriamo essere la figlia di Larisa Fëdorovna e del dottor Živàgo. Larisa resta a Mosca e aiuta Evgràf e raccogliere i manoscritti di Jurij Andrèevič. Un giorno Larisa Fëdorovna esce di casa e viene arrestata; presumibilmente scompare e e muore in un campo di concentramento femminile del Nord. Evgràf ritrova la figlia di Lara e Jurij, Tanja, una lavandaia allevata da una povera famiglia in Siberia. Evgràf infine consegna i manoscritti del fratello all’immortalità.
Il Dottor Živàgo è un romanzo storico fortemente autobiografico in cui il lettore può trovare diversi motivi di interesse. In esso troviamo la storia d’amore, intesa sia come rapporto convenzionale tra marito e moglie, sia come passione adultera tra due innamorati separati dalle circostanze storiche. Esiostono però altre forme d’amore: quello incondizionato verso i figli ma anche l’amore per la patria e gli ideali che essa ispira. Ma Il Dottor Živàgo ruota anche attorno alla rivoluzione e alla guerra, riscostruite storicamente da chi ha vissuto personalmente il medesimo contrastato periodo storico, di cui Pasternàk offre una propria visione. Indimenticabili sono le liriche descrizioni della natura, dal cielo alla sterminata steppa siberiana coperta di neve, dalle città agli usi e costumi del tempo. Essendo Jurij Andrèevič, oltre che medico, un poeta, possiamo godere delle poesie da lui scritte e conservate grazie al fratellastro. Ricordiamo che Pasternàk stesso è soprattutto un poeta e anche in questo aspetto cogliamo una somiglianza con il protagonista del romanzo. Infine Il Dottor Živàgo è pervaso da un condivisibile senso e bisogno di libertà, fisica e di espressione contro ogni forma di autoritarismo.
Fuori dalla mia finestra il sole splende sulla neve caduta ieri, cornice quanto mai adatta a questo post.

http://www.youtube.com/watch?v=fMR4s7qV684